Con il mio lavoro ho il grande privilegio di poter entrare dietro le quinte delle nostre eccellenze enogastronomiche, vedere da vicino i processi produttivi, conoscere le filiere, scoprire i segreti più “nascosti”. Questo perché ho l’importante ruolo di riuscire a trasmettere a voi queste nozioni per poter diventare insieme consumatori più consapevoli.
Oggi inizierò a raccontarvi di due grandi prodotti agroalimentari dell’Alto Adige, lo Speck Alto Adige IGP e il Formaggio Stelvio DOP, partendo dalla identificazione di marchi e denominazioni che ne tutelano la qualità.
Ho questa occasione grazie al Consorzio Tutela Speck Alto Adige e Consorzio Stelvio che, da anni, lavora per promuovere le eccellenze del nostro continente e per fornire ai consumatori indicazioni sull’origine, qualità e sicurezza dei prodotti.
Questo post sarà il primo di una lunga serie in cui vi porterò con me in questo viaggio all’origine. Un percorso iniziato giusto pochi giorni fa con un tour in Alto Adige a stretto contatto con produttori e filiere che mi ha aperto gli occhi su materie prime e modalità produttive.
Prima di entrare nel vivo, oggi voglio lasciarvi innanzitutto gli strumenti per andare al supermercato e riuscire ad acquistare solo prodotti autentici, come il vero Speck Alto Adige IGP e formaggio Stelvio DOP.
Questi infatti, come tutte le nostre eccellenze nazionali, sono identificate da marchi e denominazioni che tutelano la qualità dei prodotti e che sono garanzia per il consumatore.
Vi racconterò, inoltre, del mio viaggio in Alto Adige lasciandovi qualche consiglio per le vostre prossime vacanze.
Denominazioni e marchi
Le denominazioni protette o controllate sono una garanzia per il consumatore poiché assicurano che i produttori seguano rigorosi standard qualitativi a partire dalla selezione della materia prima, nella lavorazione e fino alla commercializzazione finale.
I prodotti contrassegnati da tali marchi hanno legami strettissimi con i territori, fanno parte delle tradizioni. Sono in grado di farci viaggiare attraverso il palato. Assaporandoli, possiamo avere indicazioni chiare riguardo alla storia e alle caratteristiche di un luogo.
Lo Speck Alto Adige IGP, per esempio, mostra in modo inequivocabile le sue origini. Mentre a Nord delle Alpi, il prosciutto crudo si conserva attraverso l’affumicatura, e a Sud, lo si lascia asciugare all’aria aperta, gli altoatesini hanno unito i due metodi, dando vita al tipico Speck Alto Adige: leggermente affumicato e stagionato all’aria fresca di montagna, come vuole la tradizione contadina.
Lo Stelvio DOP ci racconta dei verdi pascoli delle valli dell’Alto Adige che hanno consentito di dedicarsi all’allevamento e alla produzione di ottimo latte. Da qui la lunga tradizione casearia: pensate che le prime tracce di Stelvio sono state rinvenute già nel 13° secolo e nel 1914 abbiamo il primo documento scritto. Segno tangibile di quanto questo formaggio faccia parte della storia e della tradizione di questo territorio.
Ogni prodotto identificato da un marchio è quindi unico e inconfondibile.
Ma quali sono questi “marchi di qualità”?
IGP e DOP vi dicono qualcosa?
Il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) certifica che almeno una delle fasi produttive sia stata svolta sulla base di criteri riconosciuti nella zona di origine.
Un prodotto IGP, per esempio, può prevedere che la materia prima con cui si realizza un determinato prodotto possa essere acquisito in altre aree geografiche.
La DOP (Denominazione di Origine Protetta) garantisce la produzione e la lavorazione di un alimento in una data regione geografica secondo determinate procedure. Tutte le fasi produttive devono svolgersi qui.
Nella DOP, quindi, dalla materia prima al prodotto finito, tutto deve avvenire sul territorio di origine.
A questi marchi si uniscono altri segni di riconoscibilità tipici e immediatamente percepibili all’occhio quando andiamo ad acquistarli.
Lo Speck Alto Adige IGP, per esempio, è contraddistinto dal logo che vedete qui di seguito e che riporta chiaramente il suo luogo di origine.
Il Formaggio Stelvio DOP o Stilfser in tedesco, nome preso dal paese della Val Venosta da cui ha origine, invece, è subito riconoscibile grazie alla sua etichetta rossa che riporta i nomi in entrambe le lingue.
Dove gustare queste 2 eccellenze?
Niente è meglio che vivere il territorio di origine per conoscerle!
Visitando l’Alto Adige è facile imbattersi in ristoranti tradizionali che riconoscerete dal marchio “Locanda Sudtirolese”, ma anche tanti altri locali che lavorano le materie prime locali con cura e rispetto.
Qualche consiglio per iniziare il vostro tour?
L’hotel Langgenhof di Brunico vi accoglierà con il profumo del pino cirmolo, una calda stube e, nel ristorante, con un’ottima cucina che percorre il cammino della tradizione.
I canederli di ricotta e Speck Alto Adige IGP e la fonduta di Formaggio Stelvio DOP con pane all’aglio rimarranno a lungo nei miei ricordi.
L’Hotel ristorante Saalerwirt è una locanda altoatesina in cui gustare i piatti locali, esattamente come tradizione vuole. Le verdure, così come la carne e le uova sono di loro produzione e l’alta qualità si sente al primo boccone. Lasciatevi consigliare per il vino giusto e non rinunciate a una fetta di strudel a fine cena.
Il Castello di Sichelburg è il luogo perfetto per assaporare le ricette e i prodotti locali reinterpretati in chiave moderna. Una coccola gourmet contemporanea da gustare nelle più classiche stuben tradizionali.
Progetto promosso dalla campagna “Originali, dalle vette d’Europa”