La Calabria quest’anno è stata regione ospite di Identità Golose 2018 e io, quando l’ho letto nel programma quasi non potevo crederci.
La sorpresa è stata ancora maggiore quando Paolo Marchi, fondatore di Identità Golose, ha raccontato al pubblico che è stata la Calabria stessa ad aver chiesto di essere regione ospite del 2018.
Per me che sono calabrese e conosco la diffidenza e la difficoltà a promuoversi di questa regione è stato un grande segnale positivo che fa ben sperare per la nostra cucina, ma anche per il futuro di tutti quei giovani chef che in questi anni stanno attuando una vera rivoluzione sul territorio.
Se siete calabresi avrete sicuramente sentito parlare di Cooking soon, una iniziativa di 8 giovani chef che si sono uniti per promuovere e far conoscere in modo nuovo la Calabria e la sua gastronomia.
Tra questi 8 chef ci sono anche Caterina Ceraudo (chef del ristorante Dattilo, Strongoli, KR) e Luca Abbruzzino (chef del ristorante Abbruzzino di Catanzaro) che hanno avuto il grande compito di dare inizio al congresso di Identità Golose 2018 aprendo le danze dell’auditorium.
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Fusilli con ‘nduja, pecorino e ricci di mare, un classico del ristorante Abbruzzino |
Il tema trattato quest’anno al congresso è stato il fattore umano: un elemento fondamentale quando si parla di cibo e convivialità e che non può essere ignorato nel lavoro degli chef che collaborano fianco a fianco con la propria brigata e non solo per riuscire in quella che è un’esperienza per i propri commensali.
Tanti i punti di vista con cui è stato interpretato il tema e, dalle parole di Caterina Ceraudo e Luca Abbruzzino si nota come il fattore umano nelle loro realtà sia in primis la famiglia oltre che la brigata con cui lavorano a stretto contatto.
La famiglia è stato l’elemento di unione, quello che ha trasmesso la passione di padre in figlio e che ha spinto entrambi questi due giovani chef a investire sul proprio territorio che, tra mille difficoltà, sta regalando comunque tante soddisfazioni.
Caterina e Luca hanno portato sul palco di Identità Golose la ricchezza della Calabria e quella biodiversità che la rende assolutamente unica: il gambero, l’anice nero che cresce spontaneo in Sila e i cedri per la prima; il baccalà, il bergamotto, il fasciano (o scorfano di fondale) e il formaggio di capra per il secondo.
In questa mattinata a parlare di Calabria sono venute fuori parole emozionanti e meravigliose per questa regione, realtà di cui noi stessi calabresi a volte non siamo consci.
Avete mai pensato che parlare di km 0 in Calabria non ha molto senso?
In Calabria il km 0 è la normalità.
Avete mai riflettuto sul fatto che le nostre ricette tipiche sono presenti anche nelle regioni limitrofe e l’origine non viene accreditata a noi?
Caterina Ceraudo ha descritto perfettamente la nostra regione che vive tra 2 mari, la campagna e la montagna, e, in questa immagine vi riporto le sue parole, per me molto significative:
“Ho tutto intorno a me”, una frase bellissima per cui noi calabresi possiamo che essere orgogliosi perché in Calabria è davvero così.
Non è mancato anche il contributo di 2 chef che portano la nostra Calabria fuori regione: Anthony Genovese del famoso ristorante Il pagliaccio di Roma che è calabrese solo di origine, Francesco Mazzei, nato a Cerchiara di Calabria, oggi ambasciatore della Calabria a Londra.
Nelle loro cucine non manca mai il ricordo della tradizione, i prodotti del territorio, la ricerca della materia prima di questa terra ancora selvaggia e incontaminata.
Chef che si portano dietro i profumi e i sapori di casa, quelli che ancora oggi si tengono stretti nelle case dei calabresi.
Si prendono come base di partenza per contaminarli con le proprie esperienze, viaggi, conoscenze e dar vita a qualcosa di nuovo e meraviglioso.
In una sola mattina ho ascoltato quattro chef, con caratteristiche diverse e simili allo stesso tempo, tutti con uno stesso tatuaggio sul cuore: la Calabria non si dimentica.