Può un menu essere un itinerario turistico?
Lungolago è il menu del Ristorante Piccolo Lago nato in una giornata di primavera durante una passeggiata.
Marco Sacco e sua moglie Lella osservavano il panorama: la barchetta di pescatori, le anatre, le rane, i rovi e tutta la biodiversità che caratterizza l’incontaminato lago di Mergozzo.
Quel panorama, e ancora di più quelle emozioni, sono entrate in un menu costruito per far conosce il lago, per far desiderare di ripercorrere gli stessi passi che hanno ispirato questi piatti.
Dopo essere stata guidata con delicatezza e passione da Lella, perfetta padrona di casa, alla scoperta del ristorante, ho il gustato il menu seduta insieme a mio marito al tavolo dello chef. Qui Marco Sacco, il suo sous chef Davide Chiaraluce, i sommelier Sayaka Anzai e Vittorio Brizio e tutto il suo staff (che citerei tutti uno a uno per la disponibilità e accoglienza che ci hanno riservato) ci hanno preso per mano e ci hanno guidato alla scoperta dei piatti e del territorio.
Con tutto l’entusiasmo che mi è rimasto addosso, nonostante siano ormai passate diverse settimane, vorrei descrivervi ogni piatto. Tuttavia so che saranno sufficienti alcuni dettagli per incuriosirvi e farvi desiderare di vivere la mia stessa esperienza.
Dopo una entrée che unisce il lago al sapore della Val Vigezzo, vengo conquistata dal primo piatto: un lingotto di trota allevata nelle acque pure di sorgente, marinata e leggermente affumicata viene accompagnata prima con un sassolino di polvere di aceto balsamico – la prima cosa che si incontra mettendo i piedi nel lago – e poi i ramoscelli, un “grissino” di scorzonera, gel all’aceto di lamponi e fiori.
Cos’ha di incredibile?
La completezza dei sapori, di profumi e consistenze.
Una percezione di grassezza che in realtà non c’è, l’amaro, il dolce, l’acido e il floreale, la polposità, la croccantezza.
Il più piccolo dettaglio contribuisce a dare consistenza al tutto.
Le portate successive sono un susseguirsi di piatti che stupiscono e affascinano, accompagnandoci alla scoperta del lago.
Così mi trovo a fare miei i sapori locali di lago e di terra, ma anche gusti esotici come il miso, la papaya, il platano.
Penserete che questi ultimi siano un vezzo fuori contesto?
Costeggiando il lago di Mergozzo noterete una ferrovia immersa tra gli alberi. È il viaggio che ci può portare lontani o che può portare a noi ingredienti esotici che ci uniscono al resto del mondo.
Il viaggio intorno al lago termina infine con una sosta nella storia dello chef con la sua carbonara au koque prima di passare ai festeggiamenti.
Con il dessert, lo chef ci invita a brindare al Piccolo Lago che quest’anno celebra i primi 50 anni con la famiglia Sacco.
E per concludere il mio racconto, che spero vi abbia fatto venire voglia di ripercorrere la stessa strada intorno al lago di Mergozzo, piatto dopo piatto, ci tengo a trasmettervi una emozione che va oltre ai piatti.
Ciò che ho trovato qui, oltre a pietanze eccezionali, cura e tecniche straordinarie, è stata un’atmosfera difficile trovare in un ristorante stellato. Qui si viene accolti con rilassatezza. L’ospite può sciogliersi e sentirsi a proprio agio. La cura e le attenzioni tipiche di un ristorante di livello si uniscono alla possibilità di godersi l’esperienza senza rigide etichette. Un lusso a cui non siamo abituati.
C’è ancora qualcosa di eccezionale che non vi ho raccontato della filosofia di Marco Sacco, ma per scoprirlo, vi invito a visitare oltrelordine.com!