Prima che arrivi la primavera definitivamente è il caso che pubblichi questa ricetta.
Preparata a dicembre, al più tardi a gennaio è rimasta in stallo per mesi persa tra le cose da fare. Eppure è stato un bel viaggio a ispirarla.
Metti 2 foodblogger in auto, con partenza all’alba per arrivare nella splendida Toscana prima possibile e poi il blocco totale dell’autostrada a causa di una tentata rapina a un portavalori.
Il viaggio che inizialmente doveva durare solo 3 ore, si è tramutato in una traversata epica di 6, ma tutto è scomparso alla vista delle vigne.
Lamole ci ha accolto nel migliore dei modi. Una giornata tersa e tiepida, due botti a fare da tavolo in cima alla collina, qualche calice e una bottiglia di bollicine.
Gli uomini di Santa Margherita sanno bene come prendere una donna! 🙂
L’aperitivo di benvenuto sarebbe valso tutto il viaggio fino a Lamole, ma la giornata ha riservato ancora tante sorprese.
Un pranzo da ricordare al Ristoro di Lamole e poi finalmente un giro in cantina.
Lamole di Lamole, nel cuore della magia del Chianti, vive tra passato e modernità. Il passato che regala ambienti unici, storia sempre presente ed esperienze che hanno fatto scuola; la modernità usata sapientemente nella lavorazione delle uve e nella conservazione dei vini.
Ci sono i venti di Campolungo e la sapienza di chi conosce le piante una per una. Tutto contribuisce alla realizzazione di quello che è un eccellente Chianti Classico.
Ci sono i venti di Campolungo e la sapienza di chi conosce le piante una per una. Tutto contribuisce alla realizzazione di quello che è un eccellente Chianti Classico.
Abbiamo aperto bottiglie degli anni ’80, assaggiato il vino – ancora non divenuto tale – della vendemmia 2014 prendendo direttamente dalle botti, abbiamo respirato il profumo della cantina e del lavoro di tanti uomini, di anni e anni.
Giovanna e io, coccolate al massimo da Alberto e da tutto lo staff Lamole di Lamole, ci siamo lasciate guidare in queste 12 ore tra cibo e vino in uno stato di gioia, curiosità e relax totale.
Cenetta al Mc Dario per concludere, un risveglio in uno splendido agriturismo immerso nel verde e poi si riparte. Ancora nel pieno dell’entusiasmo.
Metti un calice di ottimo Chianti Classico, un luogo unico, una fiorentina e buona compagnia.
Pappardelle al ragù bianco di cinghiale
Ingredienti per 2 persone:
140 g di pappardelle
300 g di polpa di cinghiale
mezzo litro di vino bianco secco
una carota
una cipolla
una costa di sedano
2-3 bacche di ginepro
2-3 grani di pepe
una foglia d’alloro
un cucchiaino di concentrato di pomodoro
un rametto di rosmarino, facoltativo
2 noci di burro
sale
parmigiano grattugiato per accompagnare
Procedimento:
Tagliate la polpa di cinghiale a pezzi e ponetela in un contenitore insieme alle verdure mondate e tagliate in pezzi grossolani, il ginepro, l’alloro, i grani di pepe e il vino bianco.
Lasciate riposare tutta la notte e al mattino dopo scolate la carne e le verdure.
Tritate le verdure finemente e fatele appassire dolcemente con una noce di burro in una pentola adatta a lunghe cotture, io ho utilizzato la ghisa.
Intanto taglia al coltello il cinghiale in modo da ottenere una sorta di tritato grosso. Se piace lascia anche qualche bocconcino un po’ più grande.
Evita di tritare finemente la carne perché si perderebbe nel sugo.
Quando la cipolla è trasparente unisci la carne, fai rosolare e copri con il vino e gli aromi della marinata. Fai evaporare l’alcool a fuoco vivace, poi abbassa la fiamma, aggiungi il concentrato di pomodoro e fai cuocere a fuoco dolce per almeno 2 ore, finché il sugo si è addensato e avrà una consistenza cremosa. Regola di sale ed eventualmente aggiungi una macinata di pepe bianco.
Fai cuocere la pasta. Elimina l’alloro, i grani di pepe e le bacche di ginepro, aggiungi l’ultima noce di burro al sugo e lasciala fondere a fuoco spento.
Condisci la pasta con il sugo ottenuto e servi subito.
Se gradito accompagna le pappardelle al ragù bianco di cinghiale con del parmigiano grattugiato.
English Version – Pappardelle with white wild boar sauce
Ingredients:
140 g of pappardelle
300 g of wild boar meat
half a liter of dry white wine
a carrot
an onion
celery
2-3 juniper berries
2-3 peppercorns
a bay leaf
a teaspoon of tomato paste
a sprig of rosemary, optional
2 knobs of butter
salt
grated Parmesan cheese to accompany
Direction:
Cut the wild boar meat into pieces and place in a container with the vegetables peeled and cut into chunks, juniper, bay leaf, peppercorns and white wine.
Let stand overnight and in the morning drain the meat and vegetables.
Chop the vegetables finely and let them dry gently with a knob of butter in a pot for a long cooking, I used the iron.
Meanwhile, the knife cuts the boar in order to obtain a kind of chopped coarse. If you like it also leaves some nibble a bit ‘bigger.
Avoid finely chop the flesh because you would lose in the sauce.
When the onion is transparent combine the meat, cover and let cook with wine and flavors of the marinade. Make the alcohol evaporate over high heat, then lower the heat, add the tomato paste and cook on low heat for at least 2 hours, until the sauce has thickened and has a creamy consistency. Adjust with salt and add freshly ground white pepper.
Cook the pasta. Remove the bay leaf, peppercorns and juniper berries, add the last tablespoon of butter to the sauce and let it melt to fire off.
Season the pasta with the sauce and serve immediately.
If you enjoy accompanies with grated parmesan cheese.