Sono passati 2 mesi. Un sacco di tempo prima di riuscire a mettere i pensieri nero su bianco.
Quando
Piero mi ha chiesto “Organizziamo un blog tour?” non potevo immaginare quanto questo potesse regalarmi.
Per una volta ero dalla parte dell’organizzazione, ma con un piede nelle scarpe della blogger.
Ho partecipato a tanti press tour, in luoghi stupendi, con persone magnifiche ed esperienze uniche, ma qui ero a casa, con la forza e la vulnerabilità che questo può dare.
Come ogni blog tour dedicato all’enogastronomia non poteva che esserci il cibo tra i protagonisti, tanto cibo. Poi i luoghi bellissimi da cui questo cibo nasce, esperienze uniche, e soprattutto tanto altro.
Risate, confidenze, calore, emozioni, affetto.
Non era mai successo in un blog tour che 10 semi-sconosciuti diventassero una famiglia per 48 ore.
Da dove è venuto fuori tutto questo? Come è possibile?
E’ successo che la spontaneità contagiante di Piero, l’entusiasmo di chi lo segue e l’amore per il territorio abbia fatto sentire a casa anche chi la Calabria la vedeva per la prima volta e ancora di più me che a casa c’ero già.
La mia Calabria è bella, è ricca, è viva, nonostante i tanti controsensi che la caratterizzano.
La mia Calabria sa dare, sa avvolgere e coinvolgere. Sa come farsi amare e, per questo, anche come scatenare rabbia e cordoglio per tutto ciò che potrebbe ancora essere.
Non sto qui a raccontarvi i dettagli di tutto il tour, a raccontarvi di tutta la storia che c’è tra le vie dei paesi, dell’elenco dei produttori e dei prodotti, di quanto bene abbiamo mangiato e bevuto e delle specialità della mia terra.
Qui vi racconto solo di quanto un’alba su un trattore, con le persone giuste, possa essere magnifica.
Di quanto una tarantella può essere fondamentale per unire. Di quanto i sorrisi, la spontaneità, l’apertura all’altro, l’essere testardi e casinisti, possano servire per far conoscere un territorio nel miglior modo possibile.
Abbiamo vissuto delle cose semplici e belle – le più belle – della vita.
Ci sono cose che mi porterò dietro a lungo e un giorno racconterò ai miei nipotini di come è bello pigiare l’uva con i piedi. Della sensazione di avere i piedi in qualcosa di morbido, fluido e tiepido, ancor più bello se fatto con un’altra persona. Racconterò di quella volta in cui ho fatto la vendemmia ridendo e cantando, accompagnata da due cantastorie che a suon di chitarra rallegravano la vigna.
Racconterò di quel cagnolino che ci seguiva per i campi, mentre con il trattore andavamo – con gli occhi assonnati e un’energia che non sapevamo da dove ci arrivasse – verso il promontorio sul mare a vedere l’alba, lì dove ci attendeva un panorama splendido e una colazione a pane e marmellata accolta dai sorrisi accoglienti di Martino e Franco.
Gli mostrerò le foto degli agnellini appena nati e dell’amore con cui il sig. Spina li curava prima di produrre i suoi pecorini.
Non ci sono stati ristoranti stellati o chef blasonati, non c’è stata formalità o il desiderio di mostrare le cose “grandi”, c’è stata quella parte di Calabria vera che punta su ciò che è, sulla bellezza della semplicità, delle tradizioni e dei sapori di casa. E ha dato molto di più.Un grazie enorme a tutti i miei compagni di viaggio,
Anna Luisa e Fabio,
Annarita,
Aurelia,
Daniela,
Giulia,
Elena,
Giusy,
Laura, Maria,
Maria Grazia e Ciro,
Marisa e
Nunzia.
Grazie al Gal Kroton e a tutti i produttori che ci hanno accolto. Al Lido Saint Thomas per il pranzo sulla spiaggia e Gian Franco Blandino per averci accompagnato ovunque.
Grazie soprattutto a Piero per averci accolto, aperto ogni porta della sua Fattoria e averci fatto sentire a casa.
Grazie per averci regalato momenti che porteremo nel cuore a lungo, per averci fatto vivere esperienze uniche, per averci regalato attimi di serenità e divertimento e per averci nutrito, non solo di cibo.
Non vedo l’ora di tornare a Crotone, per venire a trovarti ancora!