Mai come quest’anno, in questa fine di maggio, le strade della Via Emilia si sono gremite di persone.
Il merito è sempre di Assaggia Tortona, un evento che unisce in un unico luogo il meglio delle eccellenze enogastronomiche locali.
Una sfilata di produttori e ristoratori che danno la possibilità di far conoscere da vicino i propri prodotti. Mettendoli in vendita, certo, ma soprattutto aprendosi al racconto e al confronto con i clienti.
Basta avere sguardo e orecchie curiose per riuscire a captare le storie di chi, anno dopo anno, anima questo evento.
E vi assicuro che le storie da carpire non mancano: è il quarto anno che mi trovo a raccontarvi Assaggia Tortona e mi rendo conto che, ancora, non ho finito di fare scorpacciata di racconti, di eccellenze, di incontri.
Arrivata ormai agli sgoccioli del mio percorso da sommelier, quest’anno ho deciso di raccontarvi il mondo del vino che, nel tortonese, vuol dire soprattutto Timorasso.
Si tratta di un vitigno che per lungo tempo è stato abbandonato a causa delle difficoltà di coltivazione e incostanza, ma che è stato riportato in auge in tempi recenti e riconosciuto per le sue grandi potenzialità.
Il Timorasso, è un vino ricco di profumi con grande mineralità e acidità che lo rendono adatto a lunghi invecchiamenti. Caratteristica di pochi quando si tratta di bianchi.
Un bianco di struttura che gli vale il titolo di “rosso vestito da bianco”.
Se volete fare una full immersion di Timorasso, Assaggia Tortona è l’occasione giusta: qui troverete i grandi punti di riferimento come Vigneti Repetto e il suo Quadro con la sua grande finezza, fino alle “nuove tendenze”, se così si può dire, come il macerato di Valli Unite o l’orange de I Carpini.
Tra le novità di quest’anno, mi è rimasto nel cuore il Timorasso Derthona di Mandirola, minerale, profumato, persistente e con una bella eleganza. Una cantina che conto di andare a visitare per poter vedere da vicino la vigna storica di Timorasso. Ben 120 anni di storia che danno vita al Tantéi, dall’omonimo vitigno, un Timorasso che rimane sulle fecce nobili per 12 mesi e un breve passaggio in botte prima di essere imbottigliato.
Diverse espressioni, quindi, per uno stesso vitigno. Molte cantine prevedono sia una versione che lascia spazio all’espressività del vitigno, sia una versione in cui il legno aggiunge il suo contributo. È così per Cantine Volpi, Sassaia e molti altri.
Interessante anche l’esperimento dei fratelli Boveri: oltre all’etichetta tradizionale che rientra nel disciplinare Colli Tortonesi DOC, troviamo Bourg Verso Nord. Un Timorasso ottenuto esclusivamente da un vitigno esposto a Nord.
Puntando sulla resistenza del vitigno in condizioni più rigide e sfidando i cambiamenti climatici, nasce un vino di grande freschezza, minerale, agrumato, che si fa ricordare.
In conclusione, il panorama del Timorasso non annoia e, se pensate che ci si possa limitare a sorseggiarlo così, sappiate che ad Assaggia Tortona scoprirete che questo vino può essere la base anche di ottimi cocktail come ci ha ampiamente dimostrato Federico del Ventidue con le sue proposte creative.
Infine, vi segnalo l’Aroma Wine Bar: oltre che una eccezionale enoteca e wine bar con una notevole selezione di vini e tutti i Timorasso possibili, qui troverete anche una chicca.
È il London Dry Gin della casa ottenuto, udite udite, dalle foglie del timorasso.