Eventi, ancora serate passate nel food, tra grandi chef, appassionati di cucina e prodotti di qualità.
Così si concludono le serate estive organizzate dalla casa editrice Gribaudo in collaborazione con Cucina Gourmet, Grande Cucina e Milano da bere.
2 splendide serate al Westin Palace prima e al Radisson Blu Hotel dopo prima di salutarci per le vacanze e ricordare già che si torna a settembre, ancora con grandi chef e ancora con tanta voglia di conoscere, di chiacchierare e di stupirsi ancora e ancora con i prodotti del territorio e le meraviglie che i grandi chef riescono a creare.
Scusate se stasera vi parlo solo della prima serata, ma le mie energie sono veramente al limite al momento e non vorrei raccontare cose a caso! 🙂
Scusate se stasera vi parlo solo della prima serata, ma le mie energie sono veramente al limite al momento e non vorrei raccontare cose a caso! 🙂
La serata al Westin Palace ha visto protagonista lo chef Giuseppe Mancino, executive chef del Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio.
Giuseppe Mancino, salernitano di nascita e toscano di adozione, è spontaneo, coinvolto, semplice nello spiegare il complesso. Ha una marcia in più, la sua passione, che rende estremamente coinvolgente le sue parole e all’assaggio, anche i suoi piatti.
Ancora una volta mi sono trovata di fronte ad uno chef del Sud (già vi avevo parlato di Antonio Pisaniello, qui) che è in grado di stupirmi.
Forse penserete che è la mia appartenenza a parlare, ma sono convinta che non sia solo questo.
Gli chef del Sud sono più caldi, sono più legati al proprio territorio o quanto meno mostrano questi aspetti maggiormente rispetto agli chef del Nord. Sono appassionati, semplici e coinvolgono nella propria passione, nel loro mondo. In modo semplice riescono a spiegare il complesso: con estrema naturalezza, Giuseppe Mancino è riuscito a spiegare la cottura “étoufée” dell’ombrina. La parola è complessa, ma l’immagine dello “spruzzino per prendere il sole” utilizzato per vaporizzare un filetto di ombrina ha reso tutto molto normale, casalingo, anche se di fondo non lo è.
Il menù è stato realizzato da Giuseppe Mancino e Iseni, vice-resident chef del Westin Palace (il resident-chef principale è Augusto Tombolato, ma Iseni non ci ha fatto sentire proprio la mancanza 🙂 )
Gelée di pesca bianca, filetto di anguilla affumicato e yogurt speziato allo zenzero. (M. Iseni)
Il piatto è stato accompagnato da un ottimo vino, novità del Trentino ancora non diffuso sul territorio: Spumante Tridentum Extra Brut Riserva della cantina Cesarini Sforza.
L’anguilla, come tutti i pesci grassi, non l’ho mai amata particolarmente, ma, con enorme stupore, mi sono dovuta ricredere! La freschezza della pesca bianca e dello yogurt speziato alleggerivano a perfezione il gusto dell’anguilla. Un abbinamento che crea un equilibrio perfetto tra i 2 sapori.
Baccalà candito, pappa al pomodoro, soffice di mozzarella e pesto di basilico (G. Mancino).
Il tutto “condito” da una fava di cacao spezzettata che sembrava racchiudere il piatto in un cerchio perfetto. A completare il tutto, una foglia di basilico fritta, croccante al punto giusto.
Ravioli di piselli liquidi, arancio, gamberi rossi e pigmento di espelette (G. Mancino).
E ora, ditemi: quanti di voi hanno già sentito parlare di espelette?
Io non l’avevo mai sentita prima e sapete cos’è? Peperoncino! Il peperoncino di Espelette appunto, zona della Francia dei pirenei, in cui coltivata questa varietà.
Il pescato del giorno étoufée, zucchine trombette, scampetti al limone e fiori di zucca croccanti (G. Mancino).
Splendido filetto di ombrina cotto in padella con la vaporizzazione costante con acqua per mantenere la consistenza del pesce ed esaltarne il gusto. Non potete immaginare quanto era buona!!!!
Per non parlare della polpa di scampetti che accompagnava il piatto: p-e-r-f-e-t-t-i!
Per non parlare della polpa di scampetti che accompagnava il piatto: p-e-r-f-e-t-t-i!
In accompagnamento a questo piatto è stato servito un vino che ha stupito molti commensali: un “Vermentino Nero” dell’Azienda Agricola Cima. Tutti abbiamo idea del vermentino, classico bianco ligure, in questo caso invece ci siamo trovati davanti ad un corposo vino rosso toscano!
Infine il dessert:
Semifreddo al latte di mandorla con guscio di cioccolato fondente e crema profumata alla granatina (M. Iseni). Il semifreddo al latte di mandorla era soffice e delicatissimo!
Può bastare tutto questo per capire che c’è da stupirsi? Sempre, ad ogni chef, ad ogni prodotto nuovo, ad ogni persona incontrata.
Commenti
23 Commenti su "Perché c’è sempre da stupirsi"
Buona giornata Tery :-)
Un menu che desta grandi emozioni, ben raccontate dalle tue parole :D
E' stato un immenso piacere averti conosciuta, spero di rivederti presto!
Un abbraccio*
Francesca
Espelette: chi è costui? ;) Un abbraccio
Piatti davvero strabilianti... e avrei assaggiato anche io l'anguilla -sperando di ricredermi!
Buona giornata
che piatti meravigliosi!
quell'ombrina coi fiori di zucca mi acchiappa
E come condivido le tue parole circa i cuochi del sud. Ne ho conosciuto uno e la sua genuinità è rimasta impressa anche a me! Aspetto il resoconto dell'altra serata! Un bacione
vermentino nero?? molto interessante... per me il vermentino è solo quello gallurese!
P.s. il peperoncino di Espelette a me piace e ha un bellissimo colore! e diversamente da quanto si pensa non è molto piccante, ma ha la stessa piccantezza del pepe ;)
buone vacanze!!!
Francesca, che peccato che non c'eravate!!
Alice, era splendida quell'ombrina!
Ale, grazie mille per la spiegazione riguardo all'espelette!! Buone vacanze!
Tutti, grazie mille! E' bello sapere di avervi trasmesso il mio entusiasmo!
Brava Tery, un ttimo reportage per farmi sognare anche tu.. :*
Grazie mille :-)
Complimentissimi
Grazie!